Lettera all’asino della stalla di Betlemme

Lettera all’asino della stalla di Betlemme

Natale 2018

Carissimo asino della stalla di Betlemme,

in questo tempo di Natale molti scrivono letterine… Io ho pensato di scrivere a te, per dirti grazie! Perché tu sei stato davvero vicino a Gesù Bambino. Senza tante parole… hai capito che aveva bisogno di essere accolto e scaldato. Non con troppa messa in scena, con luminarie o cose appariscenti. Solo con il fiato tuo e del compagno di stalla, il tuo amico bue. Ti voglio dire che anche nel piccolo paese dove io abito, Cesara in provincia di Verbania, da 30 anni abbiamo scelto di non mettere le luminarie natalizie, a volte un po’ esagerate, e abbiamo scelto invece di accendere dei lumini in segno di solidarietà. Per ricordare che Gesù è nato a Betlemme, e non a Las Vegas. E tu lo sai bene. E poi tu – che è vero sei considerato asino nella mentalità comune – ti sarai accorto che in questo mondo che vive l’attesa del Principe della Pace, ci stiamo armando fino ai denti. In Italia solo nel 2017 abbiamo speso oltre 25 miliardi di Euro per le armi. 68 milioni al giorno! E qualcuno vorrebbe anche ci armassimo tutti, con una pistola sotto il cuscino. E poi l’asino saresti tu? Volevo ancora ringraziarti perché tu hai capito al volo che quel Bambino era in pericolo, con i suoi genitori! Sei tu che li hai portati in salvo in Egitto. Se non ci fossi stato tu… Grazie! Con quel tuo viaggio, o meglio ‘fuga’ in Egitto, ci aiuti a riconoscere, oggi, i tanti Giuseppe, Maria e Gesù che vivono la stessa vicenda della Famiglia che tu hai salvato. Pensa che in questi giorni in Italia è stato approvato un vergognoso Decreto Sicurezza. Se fosse stato in vigore ai tuoi tempi, quel Bambino non si sarebbe salvato, avrebbe trovato solo muri e filo spinato. Buon Natale, caro asino! C’è un proverbio che dice: ‘raglio d’asino non sale in cielo’. Sono convinto che il tuo ragliare viene ascoltato in Cielo più di tante nostre preghiere, pietosamente devote.

d. Renato Sacco