Le storie e i volti dei senza fissa dimora di Rovigo in mostra alla Pescheria Nuova

Le storie e i volti dei senza fissa dimora di Rovigo in mostra alla Pescheria Nuova

Inaugurata oggi la mostra di Arcisolidarietà e un ciclo di eventi per la “Notte dei senza dimora”

Le persone senza dimora, le loro difficoltà e il loro riscatto sono al centro di una mostra fotografica, che per l’intera settimana sarà visitabile nella sala della Pescheria Nuova di Rovigo, nell’ambito degli eventi organizzati dall’associazione Arcisolidarietà per la “Notte dei senza dimora” del 17 ottobre. Presentata stamattina, la mostra sarà aperta alla Pescheria Nuova fino a giovedì, la mattina dalle 10 alle 12, domani pomeriggio dalle 16 alle 20 e giovedì pomeriggio dalle 16 alle 19. Gli scatti sono opera del fotografo rodigino Ludovico Guglielmo, che ha incontrato e conversato con alcuni tra gli ospiti delle strutture di accoglienza notturna e residenziale in città: persone italiane e straniere, che raccontano se stesse, il proprio percorso, le aspirazioni per il futuro, nei brevi testi che corredano le immagini e in alcune video interviste raccolte dal fotografo.
Domani, 16 ottobre, la Pescheria nuova ospita anche un laboratorio per bambini, dal titolo “Le chiavi di casa”, con una lettura animata a tema e un’attività creativa sul tema dell’accoglienza. Giovedì 17 ottobre, invece, si svolgerà una tavola rotonda, durante la quale sarà presentato il progetto “Gli invisibili”, promosso da Arcisolidarietà con il sostegno della Regione Veneto. “Il titolo – spiega Donata Tamburin, presidente di Arcisolidarietà – rimanda al fatto che, pur essendo presenti in una piccola città come la nostra, queste persone restano sconosciute ai cittadini”. Eppure i numeri dell’associazione raccontano di un fenomeno diffuso e lontano dai tradizionali stereotipi sui clochard: “Dal 2003, nel nostro piccolo asilo notturno abbiamo accolto oltre mille persone – prosegue -. La nostra città ha molti servizi per i senza fissa dimora, ma sono gestiti per la maggior parte dalle associazioni. Perciò continuiamo a sollecitare un ruolo più attivo da parte dell’amministrazione comunale, perché sia la regia dei diversi progetti”. Ciò di cui ha bisogno un “senzatetto” è soprattutto di qualcuno che aiuti a superare le difficoltà e ricostruire la propria vita.
Con il progetto “Invisibili”, che si conclude proprio in ottobre, Arcisolidarietà ha sperimentato per la prima volta a Rovigo una forma di accoglienza innovativa, nella quale gli ospiti hanno sperimentato un’esperienza di vita autonoma, riallacciato rapporti familiari, trovato opportunità lavorative per superare le difficoltà. “E’ una modalità che si rifà a progetti già attivi negli Stati Uniti – spiega Tamburin – Si basa sull’autodeterminazione della persona. In altre parole, l’ospite non ha obiettivi fissati da altri per ottenere l’abitazione, ma si fa il contrario: prima si dà una casa e da qui la persona inizia a ricostruire la propria vita, supportata da un’equipe di operatori sociali”. Questa prima sperimentazione ha coinvolto quattro persone, che hanno potuto vivere in piccoli appartamenti, al massimo in due coinquilini. “Abbiamo visto in loro una grande trasformazione. Aiuta proprio il fatto di poter avere una casa propria, entrare e uscire liberamente, poterla gestire da sè”.
Il progetto fotografico è stato parte integrante del progetto, creando momenti in cui le persone hanno potuto raccontare se stesse e il proprio percorso: “Il lavoro di Ludovico Guglielmo non ha solo un valore artistico – spiega lo psicologo Riccardo Votadoro, che ha lavorato al progetto “Invisibili” – ma ha avuto anche un effetto terapeutico per chi ha partecipato”. Il fotografo ha trascorso molto tempo con le persone, accompagnandole nelle attività quotidiane, camminando assieme, pranzando con loro alla mensa dei frati, ascoltandone le storie prima ancora di imbracciare la macchina fotografica. Sono storie di difficoltà e sofferenza, ma anche di riscatto e di speranza, che fanno conoscere le persone reali dietro l’etichetta “senza fissa dimora”: persone come Ali, ingegnere pakistano, che qui vorrebbe rimanere e crescere dei figli, oppure come Roberto, che sta finalmente ricostruendo la sua vita dopo avere perso il lavoro, o come Domingo, che grazie ad Arcisolidarietà ha avviato una ciclofficina ed è riuscito a portare nel nostro paese la propria famiglia.
Sempre in tema di storie, la settimana si conclude con l’evento di venerdì 18 ottobre, alle 20.30 al pub “Hops” in vicolo Castello: una performance eccezionale de Gli audaci cantori, con l’attore Massimiliano Balduzzi, per raccontare storie legate dal filo comune della povertà e dell’accoglienza.

Comunicato stampa del 15 ottobre 2019 del Centro di Servizio per il Volontariato di Rovigo

autore: Francesco Casoni, responsabile della comunicazione